L’unità dell’opera d’arte ed il problema della lacune


L’opera d’arte rappresenta, nel senso filologico del termine, una unità che si manifesta nel suo essere intero: questo sta a significare che ogni parte che compone il manufatto, dal singolo concio ad una unità tipologica ben definita, ha valore in quanto facente parte di un tutto.
Inoltre ogni unità, a prescindere dal suo valore artistico specifico, ha un proprio senso nell’essere coscientemente interiorizzata come un tutto.
Da questa considerazione si evince che lo scopo ultimo dell’intervento di restauro è quello di garantire l’unitarietà del tutto e che se l’opera risulta frammentata essa possiede una “potenzialità artistica” intrinseca che le deriva dall’essere parte del tutto.
Se è vero che per l’istanza artistica è necessario riproporre l’immagine originaria o presunta tale, per l’istanza storica questo non può avvenire perché vorrebbe dire negare la storia che ha prodotto la frammentazione.
La disamina può essere superata con una attenta valutazione del peso che hanno le singole istanze nel produrre l’artisticità del bene: se prevale l’istanza estetica che porta all’artisticità si dovrà, con le dovute cautele, riproporre l’immagine; nell’altro caso, dove prevale il fattore storico, bisognerà prodigarsi per conservare il valore di testimonianza anche se questo comporta la ruderizzazione del bene.
Nei Beni Monumentali  di tipo architettonico generalmente prevale il valore storico del bene e ciò comporta una scelta mirata alla mera conservazione del manufatto, anche perché gli interventi precedenti hanno irrimediabilmente fatto perdere quel carattere di riconoscibilità del bene originario che invece andava garantita.
Gli interventi da effettuare su questo tipi di Beni non possono prescindere dalla necessità di mantenere inalterato l’aspetto estetico del bene nella sua istanza storica.
Per questo motivo ogni intervento di restauro deve esclusivamente mirare alla conservazione di quanto arrivato fino a noi.
Gli interventi dovranno quindi essere attuati con il principio della riconoscibilità dell’intervento, anche mediante il recupero del materiale caduto presente in loco, mentre andranno assolutamente impediti lavori di riproposizione di forme presunte originali, anche se sufficientemente documentate.
Questo assoluto rispetto per la storicizzazione del bene non può però esimersi da un intervento massiccio sulla materia di cui esso è composto, qualora sia in pericolo la sopravvivenza statica dello stesso.
Come precedentemente esaminato non si tratta di conservare un aspetto di documento storico “tout court”, ma solo di una istanza storica dell’essere opera d’arte e quindi è possibile tranquillamente agire sulla materia che la compone.



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